Focus: Sistemi di Misura e Competenza Tecnica dei laboratori di prova
Nel monitoraggio di emissioni in atmosfera da sorgenti fisse, la qualità del dato analitico non dipende solo dalla strumentazione impiegata, ma anche – e soprattutto – dalla competenza tecnica degli operatori e dalla capacità del laboratorio di gestire correttamente l’intero processo di misura.
Errori sistematici, tarature inadeguate, procedure non aggiornate o una scarsa formazione tecnica possono portare a risultati non affidabili, con impatti significativi sia sulla conformità normativa (es. D.lgs. 152/2006 e s.m.i.) sia sulla credibilità del laboratorio.
Criticità dei sistemi di misura: errori ricorrenti e loro conseguenze
Un sistema di misura del monitoraggio di emissioni in atmosfera mal calibrato o gestito in modo approssimativo può generare deviazioni sistematiche (bias costanti in ogni misurazione) o errori casuali (variabilità imprevedibili nei dati raccolti).
Entrambi i fenomeni compromettono la ripetibilità, la riproducibilità e la tracciabilità del dato, tre capisaldi richiesti anche dalla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025.
Tra i problemi tecnici più frequenti si riscontrano:
- Tarature non aggiornate o non tracciabili
- Sensori non stabili nel tempo (drift)
- Campionamenti non rappresentativi
- Non conformità ai requisiti di posizionamento (UNI EN 15259)
- Analisi condotte con strumenti fuori specifica o oltre la finestra operativa ottimale
Per valutare la reale accuratezza metrologica del sistema, è essenziale l’utilizzo di strumenti statistici come scostamenti standardizzati, e deviazioni rispetto al valore di riferimento.
Deviazioni sistematiche e casuali: differenze operative e implicazioni
Una deviazione sistematica indica che lo strumento o la procedura porta sempre a una sovrastima o sottostima rispetto al valore reale. Spesso è causata da:
- Tarature scorrette
- Strumentazione deteriorata
- Errori nel metodo di calcolo
Un errore casuale invece si manifesta in maniera imprevedibile, anche tra misure consecutive. Può dipendere da:
- Instabilità dei flussi
- Fluttuazioni ambientali
- Errori nel contesto della specifica operazione
Entrambe le problematiche riducono l’affidabilità complessiva del dato, e devono essere riconosciute e gestite attraverso strumenti di controllo qualità, partecipazione a circuiti interlaboratorio e corretta valutazione dell’incertezza.
Valutazione dell’incertezza di misura: un requisito non opzionale
L’incertezza di misura rappresenta la stima quantitativa della dispersione possibile nei risultati ottenuti. Viene richiesta a tutti i laboratori che vogliono accreditarsi secondo la UNI CEI EN ISO/IEC 17025 e deve essere valutata per ogni parametro misurato.
Gli elementi da considerare includono:
- Incertezza strumentale (dichiarata dal costruttore)
- Incertezza di campionamento (dipendente dal posizionamento, dalle condizioni del camino, ecc.)
- Incertezza analitica (dipendente dalla ripetibilità dell’analisi, curva di taratura, ecc.)
- Contributi ambientali (umidità, temperatura, vibrazioni)
Senza una stima coerente dell’incertezza, il dato non è tecnicamente valido né legalmente sostenibile. La sua valutazione deve essere documentata, tracciata e aggiornata regolarmente.
Il ruolo della competenza dei tecnici nel monitoraggio emissioni in atmosfera
Anche con strumenti perfettamente tarati, l’efficacia della misura dipende dalla preparazione del tecnico di campionamento e del supervisore tecnico. Errori umani, incomprensioni procedurali o applicazioni scorrette delle normative portano a risultati non affidabili, difficili da rilevare senza un confronto esterno.
È quindi essenziale:
- Formare regolarmente il personale
- Eseguire esercitazioni pratiche e affiancamenti sul campo
- Partecipare a circuiti interlaboratorio per validare le prestazioni in condizioni il più possibile realistiche.
Quando un laboratorio partecipa a un circuito interlaboratorio, riceve un confronto oggettivo tra i propri risultati e i valori attesi o ottenuti dalla media robusta dei partecipanti.
Uno degli strumenti più usati è lo Z-score, calcolato come:
Z = (valore misurato – valore di riferimento) / deviazione standard robusta
Interpretazione:
- |Z| ≤ 2 → risultato accettabile
- 2 < |Z| ≤ 3 → attenzione necessaria
- |Z| > 3 → risultato non accettabile
Questo indicatore permette di capire immediatamente quanto il dato si discosta dal comportamento medio degli altri laboratori, evidenziando errori sistematici o la presenza di bias costanti nella catena di misura.
Migliorare la qualità con validazione di competenze e strumentazione
L’affidabilità delle misure alle emissioni da sorgenti fisse è il risultato di sistemi strumentali correttamente gestiti e operatori tecnicamente competenti.
Z/Z’-score, scostamenti standardizzati e analisi dell’incertezza sono indicatori di performance e strumenti oggettivi e imprescindibili per valutare la bontà delle misurazioni.
I laboratori che investono in controllo qualità, formazione tecnica e partecipazione attiva ai circuiti interlaboratorio possono assicurare ai propri clienti dati robusti, ripetibili e conformi, consolidando la propria autorevolezza nel settore ambientale.
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